Ti sarà capitato spesso di catalogare le emozioni in due grandi gruppi: positive e negative.
Quest'ultime sono tra le emozioni primarie: paura, tristezza, rabbia, disgusto e chiaramente disprezzo. Sono emozioni che, in quanto primarie, tutti noi conosciamo benissimo.
Il più delle volte proviamo ad evitarle, proprio perché l'esperienza vissuta in concomitanza a queste risulta essere negativa. A nessuno piace sentirsi arrabbiato o triste, questo perché sei abituato a catalogare le tue emozioni in base al piacere che queste ti danno.
Eppure intuitivamente lo sai bene che la paura ti salva la vita: di fronte ad un pericolo ti mette in guardia, ti prepara all’azione, ti risveglia. La rabbia ti fa reagire, ti dà energia, è fonte di determinazione. La tristezza ti fa guardare dentro, ti mette in contatto con te stesso, ti permette di superare una perdita di qualsiasi genere.
Anche la nostra società, ahimè, contribuisce a questa polarizzazione tra emozioni positive e negative fin da quando siamo bambini. Tutti noi siamo cresciuti in una realtà dove era all'ordine del giorno sentirsi dire: "Non ti devi arrabbiare"; "Non devi essere triste" ;"Non devi avere paura"; "Non va bene che hai l'ansia" e così via. Queste frasi ti hanno a poco a poco condizionato, entrando a far parte del tuo database, confermando in te l'idea che ci siano delle emozioni che possono essere più o meno accettate nella società.
Ogni emozione è a tutti gli effetti un trionfo del processo evolutivo umano. Si sono sviluppate seguendo le esigenze che come specie avevamo. Sono la causa della nostra sopravvivenza.
Esatto, ogni emozione che ha lo scopo ben preciso di farci sopravvivere. Che si tratti del vivere un'emozione o che si tratti del manifestarla nel volto o nel corpo, il risultato non cambia, erano, sono e saranno sempre fondamentali e soprattutto funzionali.
Prendiamo per esempio la paura: spesso senti dire che la paura è un freno, che la paura o l'ansia sono tue nemiche, che ti immobilizzano e che devi imparare a superarle. Ma in realtà non è sempre così.
La paura ha una funzione emotiva e comunicativa ben specifica fondamentale a preservare la nostra specie. Un lieve stadio di paura e di ansia in molte occasioni è proprio un alleato fedele. Infatti prima di un'importante prestazione, la paura, è quell'emozione che ti permette di ridurre gli errori, di analizzare più volte la situazione e di studiare la via migliore per evitare ogni rischio.
Io personalmente, sono felice di provare paura poco prima di dover parlare davanti a molte persone. Questa paura è mia alleata quando, per esser sicuro di esporre in modo adeguato i miei argomenti, torno più volte a preparare l'intervento. Questo processo mi aiuta ad ottenere risultati migliori: ho reso la paura una mia valida alleata!
Il disgusto allo stesso modo può aiutarti, facendoti allontanare da qualcosa che ritieni deplorevole, che non riesci più a tollerare e che risulta essere a tutti gli effetti tossico e dannoso per te. Se non provassi disgusto, non potresti allontanarti dalla fonte di questa repulsione. Certo, quello che provi è spiacevole, ma quella brutta sensazione che accompagna il disgusto in molti casi può essere proprio quello che serve per arrivare a prendere la decisione di allontanarti.
Meno male che in vita mia ho provato disgusto, in tutte quelle situazioni in cui cercavo di sopportare una condizione che in verità non volevo più vivere. Ripenso a qualche vecchio lavoro che ho fatto, a qualche ex ragazza e anche a qualche amico che era meglio perdere che trovare. E guarda caso questa condizione favorevole è ancora opera di un'emozione negativa.
Se vuoi che tutte le tue emozioni diventino alleate e non nemiche, imparare ad ascoltarle, comprendere il messaggio nascosto che ti stanno inviando ed esprimerle in modo corretto. Questo è il concetto di una buona intelligenza emotiva, la capacità di un individuo di riconoscere, distinguere, etichettare e gestire le emozioni proprie e degli altri.
Le nostre emozioni sono l’unico modo che abbiamo per mostrare agli altri chi siamo e per connetterci con loro.
È solo una questione di esercizio!
Nel corso 6+12 FACE-READER ho dedicato un intero modulo su questo argomento che merita di essere approfondito.
A soli 18 anni inizia a frequentare master e percorsi formativi in tecniche di Leadership, Intelligenza Emotiva, Sviluppo personale e Analisi Emotivo-Comportamentale.
Esperto in analisi e applicazione con metodo FACS di lettura del volto
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